lunedì 1 maggio 2017

"Gli innocenti' di Paola Calvetti

"La verità è che non so più distinguere fra quello che ricordo effettivamente, quello che mi hanno raccontato e quello che racconto a me stesso".
Così Jacopo, violinista cinquantenne. 
È a Firenze dopo anni di assenza, per un concerto. Al suo fianco la giovane violoncellista Dasha. Da quando si sono conosciuti, a Parigi, sono trascorsi poco più di sei anni. Quel giorno a Parigi Jacopo ha afferrato per la prima volta la felicità.
Lui, così introverso, malcela l'animo tormentato dell'orfano che è stato. L'abbandono all'Istituto degli Innocenti di Firenze, le origini ignote, l'adozione ne segnano ancora i passi nella vita quasi a farlo sentire sempre fuori posto, in attesa dell'ennesimo colpo a tradimento, solo la musica, il suo violino a tenerlo in piedi.
Pure Dasha è una sopravvissuta. In fuga dall'Albania, lontana dall'amata famiglia, ha fatto del suo violoncello l'occasione per rinascere altrove e imparare ad essere felice.
Nel mare della vita due anime solitarie si sono riconosciute e hanno saputo appartenersi ma per assaporare davvero la felicità è necessario pacificare gli ultimi tormenti di un passato che reclama attenzione, perdonarsi e abbandonarsi all'amore cui la musica di Brahms fa eco.
Un romanzo atteso quello della Calvetti. Tra le poche autrici italiane a dare forma alle emozioni con un pathos ed un sentimento che coinvolge il lettore nella storia. La tenerezza di Dasha e al contempo la sua forza a dispetto delle prove della vita che ha dovuto sopportare la rivelano come la giusta compagna per Jacopo, anima complessa, tormentata, implacabile verso se stesso e quell'abbandono che sente addosso più di un marchio e che lo spinge a credersi incapace di prendersi cura di un figlio.
Ma l'amore può tutto. Ce lo rivela la grazia del cuore di Dasha e la musica di Brahms.
Un piccolo romanzo incantevole che scalda il cuore e riconcilia con la vita.

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