sabato 7 febbraio 2015

"Lisario o il piacere infinito delle donne" di Antonella Cilento

Ci sono storie che hanno la forza, l’audacia, lo stupore di un tempo perduto, e che parola dopo parola, lentamente, riservano piacere, sorpresa, coinvolgimento. Ci sono storie ammantate di mistero, che parlano di vite vissute con passione e determinazione. Raccontano di uomini e donne che hanno sfidato i pregiudizi e i divieti del tempo, infranto tabù, affrontato mille peripezie, combattuto battaglie di sangue e valori, per conquistare la possibilità di essere felici, esprimere la propria individualità, la propria personalità.
La storia di Lisario è tutto questo e di più.
Metà del XVII secolo. Napoli. Lisario Morales, voce costretta al silenzio dalla mano incapace di un chirurgo, cade addormentata per sfuggire ad un matrimonio imposto. Sin da piccola, irrevocabile e indomita, si è creata un angolo di mondo dove leggere e scrivere e riscattare la sua libertà. A risvegliarla dal sonno forzato e rompere l’incantesimo un medico spagnolo in cerca di fortuna in quel di Napoli, Avicente Iguelmano, così sfrontato da rubare il candore di vergine di Lisario tra le coltri del letto paterno e averla in moglie per riconoscenza, salvo soccombere al suo fascino misterioso e al suo desiderio sensuale di darsi piacere da sola, un piacere proibito, insolito, impossibile a dirsi, qualcosa che sfugge al potere dell’uomo, e alla ragione. E per Avicente il bisogno di capire sfocia in ossessione e in folle gelosia quando scoprirà il diario segreto di Lisario e il suo amore per un pittore francese, Jacques Colmar da cui la donna aspetta un figlio.
Amanti a dispetto della logica, della religione, della società Lisario e Jacques sono capaci di riconoscersi in mezzo alla folla di una città scossa dalla rivolta di Masaniello, di appartenersi in un tempo rotto dagli intrighi di corte e dal commercio di anime, di sfuggire all’odio di uomini inaciditi dalla vendetta e resistere, resistere a tutto, finanche all’orrore più agghiacciante, saper perso l’uno, l’altro.
Il corpo segnato dalla mano assassina del marito, il cuore spento dall’amore perduto, negli occhi lo sguardo d’odio di Michael de Sweerts, pittore olandese innamorato respinto da Jacques, al seno la piccola Teodora, Lisario non può che ripiombare nel sonno per salvarsi, emendare la colpa di aver voluto essere felice, libera, donna.
Non più corpo da nascondere ma esposta in pubblico come una santa, Lisario verrà allontanata da Napoli e abbandonata al destino delle acque in un viaggio funesto che la risveglierà costringendola a salvarsi al comando di una nave fantasma, fino all’approdo inatteso in un’isola che le restituirà l’amore perduto, e la felicità.
Tornerà Lisario, tornerà la sua voce a scuotere Napoli, tornerà ad accendere il cuore di Avicente per un’ultima volta, sfidando la città intera, torneranno i suoi occhi a scrutare i cuori degli uomini che ha amato e l’hanno amata, torneranno a rivendicare il piacere proibito delle donne, tornerà e avrà il volto e la voce di Teodora, e di tutte le donne che verranno dopo a reclamare libertà, felicità, vita.
“Il nome dell’amato è una preghiera”.
Volti, voci, microstorie e macrostorie; personaggi capaci di accendere il cuore; colori, odori, sapori di una città che incanta e fa paura al tempo stesso; sacro e profano, ragione e religione, ricchezza e povertà, amore e piacere; peccato e preghiera; viaggi, arrivi, partenze; odi, vendette, rivalse; arte, genio, sregolatezza; scienza e ricerca, filosofia e sacrificio. E poi e ancora Napoli e la sua gente, come la Pullecenella che fa il suo spettacolo al capezzale di Lisario venerata come una santa: “Uommene fèmmene ascutate: che la rivoluzione s’adda fare, ma maie se faciarrà si lo munno nun s’accapovolge”.
In un mondo vietato alle donne, la storia di Lisario è la dolorosa avventura di un’anima decisa a reclamare il suo bisogno d’amore.

La scrittura lucida ed elegante della Cilento conquista pagina dopo pagina in una narrazione che bagna le parole nel catino della storia, e tinteggia con i colori dei grandi scrittori come Cervantes regalando emozioni sino all’ultima pagina.

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