mercoledì 2 ottobre 2013

"Betty" di Roberto Cotroneo

"Credevo di capire tutto e di conoscere tutto. Non conoscevo nulla, erano solo parole, erano solo vite di carta per riempire pagine bianche. La mia scrittura è stata un teatro di ombre cinesi. Solo che quelle ombre erano i miei fantasmi".
Il grande romanziere George Simenon torna per qualche settimana di riposo nell'amata isola di Porquellos, sulla Costa Azzurra. Ne conserva bei ricordi, vi ha scritto pagine bellissime. Ma adesso è un uomo stanco, malato, addolorato. Ha smesso di scrivere da qualche tempo eppure improvviso nasce il bisogno di riprendere in mano carta e penna per raccontare, di "una figlia, un romanzo e una donna sconosciuta" e così rivelare al mondo e a sé stesso quanto di lui aveva sempre deciso di ignorare.
Perché sull'isola, complice un giovane fotografo, Simenon è attratto dallo sguardo di una donna "sembra che gli occhi vogliano prendersi tutto il paesaggio che c'è". Una donna che ha lo stesso nome della protagonista di un suo romanzo: Betty. La stessa donna il cui cadavere il mare restituirà qualche giorno dopo, coinvolgendolo in un'indagine che lo costringe a diventare quel Maigret di cui scrive da sempre.
Chi era davvero la donna che abitava da straniera l'isola? Perché di lei si sapeva tutto e niente? Perché era ossessionata dai romanzi di Simenon, su tutti 'Betty' al punto da farne copione del suo vivere, fin nei particolari più inquietanti e dolorosi? E perché la gente dell'isola, lo stesso dottor Rigaud, amico di Simenon, ne era rimasto affascinato al punto da restare invischiato dalla sua follia? Quale dolore nascondeva la donna? E perché per Simenon svelarne il dramma equivale a rivivere il suicidio dell'amata figlia Marie Jo?
Simenon, vittima e inconsapevole carnefice della donna, si interroga: "l'anima è una finestra sui fantasmi di una vita, e io di fantasmi ne ho troppi".
Simenon smette i panni dello scrittore per vestire quelli di uomo. "Le storie le conosco, le verità le ho perse".
Giallo psicologico, storia di forte impatto, mirabile omaggio a un grande della letteratura del '900. Questo è 'Betty'. Un'isola, il cadavere di una donna, un gruppo di sospetti, un detective d'eccezione. E ancora la bellissima prova d'autore di uno scrittore che semplicemente, con naturalezza e maestria, fa quello che tanti provano e a pochi riesce: scrivere un romanzo.
Sublime la figura di Simenon, piena di introspezione e analisi la sua scrittura. Intenso l'approcciarsi alla metamorfosi del suo vissuto immerso nel dolore della perdita di un figlio, la descrizione di un vivere che delega sentimenti e responsabilità ai personaggi di carta, figure più comode degli occupanti la realtà. La capacità di Cotroneo di presentare ai lettori Simenon, di entrarvi dentro  al punto di metterne a nudo l'anima, di farne protagonista, personaggio di una storia è una matrioska di letture, un gioco di interessante deduzione, un prezioso disegno narrativo.
La scrittura di Cotroneo è coinvolgente, vera, piena di pathos, frutto di accurato studio. "Le persone sono ciò che ricordiamo di loro" si legge nel libro, sarà davvero così.

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