domenica 13 gennaio 2019

“Matrigna" di Teresa Ciabatti

Resistere al mancato amore.
Oppure.. sopravvivere all'estetica di un amore malato.
Questo sperimenta Noemi sin dalla più tenera infanzia. 
Non ricorda baci scambiati tra i suoi genitori. 
Non ricorda un vissuto quotidiano di dolcezze riservate a lei. 
Una donna magra stretta nella sua vestaglia viola che si trascina per casa. Ecco chi era sua madre. 
Fino alla nascita di Andrea.
Il bimbo atteso, amato, l'angelo biondo bisognoso di cure.
Il figlio da tenere abbracciato a sé, con cui dormire, da seguire sempre con lo sguardo, il bimbo bellissimo ammirato da tutti, fino al giorno della sua sparizione.
Noemi, nove anni, la manina del fratello di sei stretta alla sua e poi improvvisamente perso tra la gente.
Quello che era seguito era stato il caos. Giornalisti appostati fuori casa, le indagini della polizia, la presenza costante degli psicologi a scrutare ogni suo pensiero per proteggerla da sé stessa, dal trauma subìto.
Giorni, mesi, anni di interminabili attese, speranze disilluse. Andrea non era tornato. Non era mai stato trovato. E Noemi era andata avanti, presente solo a sé stessa. Decisa ad emanciparsi da quella madre per cui non aveva mai davvero significato qualcosa, da una famiglia intessuta di dolore e silenzi. 
Ed erano trascorsi gli anni. Lontano dal paese, ragazza come tante nella grande città, aveva cercato riparo nei libri vivendo storie e avventure che avrebbe voluto fossero davvero le sue, aveva dato forma alle parole amicizia, amore.
Asettica al dolore, indipendente, tutt'uno con il lavoro, era stata risucchiata nel suo passato quando la madre era rimasta vittima di un incidente stradale.
Il paese natio, la casa, la cantina che rifuggiva da troppi anni come il ricordo del fratellino scomparso, la zia che aveva vegliato sulla sua famiglia sostituendosi alla madre e lei, un'altra. Bionda, sorridente, elettrizzata dai tanti nuovi progetti di vita con Luca, giovane, troppo giovane per lei. Eppure sembravano felici insieme. Lui così premuroso, attento. Lei semplicemente persa, smarrita da tanta 'vita'. Tutti a pensar male. In fondo, la casa espropriata, tutti i soldi da spendere, lei così bisognosa d'affetto. E alla fine Noemi aveva capito. Quando la rabbia, il dolore era riemerso, quando era sul punto di riversare tutto il male che sentiva compresso nella sua famiglia su sua madre, aveva raccolto il suo segreto e l'aveva fatto proprio ritrovando gli occhi azzurri di suo fratello che aveva cercato ogni giorno della sua vita in quelli di chi aveva incrociato.
Luca... Andrea.. Poteva essere.
"Fu un attimo. L'attimo in cui corrisposi a mia madre, nella speranza così come nella follia - c'è differenza?"
La Ciabatti risucchia il lettore in un vortice di sentimenti, costringendolo a confrontarsi con la complessità del mondo familiare, di madri incapaci di affetto, vittime se mai di protagonismo, e figli incolpevoli costretti a bastare a se stessi, a emendare la propria esistenza. Padri assenti, e una società che fagocita storie, morbosamente, dimenticando l'umanità.
Una scrittura sferzante, che lascia il segno. 

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