lunedì 31 dicembre 2018

"Corpo felice" di Dacia Maraini

"L'immaginazione è il motore più potente del nostro corpo. Ci fa capire il dolore degli altri. Ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio. È l'immaginazione che ci fa riconoscere le ingiustizie e ci porta a combatterle".
L'immaginazione lega una madre ad un figlio mai nato eppure sempre presente nella sua vita. A lui racconta il dolore del suo corpo di donna privato di quella vita in essere, un corpo che rappresenta l'altro dall'uomo, cassato nella storia, nelle coscienze, nel sentire comune di tempi in cui la donna era il nulla, il male, un vuoto da riempire, un difetto. Corpo da violare, sopraffare, comandare. Una proprietà silente relegata in ruoli ben definiti ora dalla religione, ora dalla società, ora dalle convenzioni. Se mai un orpello, un gingillo prezioso quando non istigazione, capriccio per chi cercava con ogni mezzo di diventare persona, godere di diritti, attuare ogni forma di espressione, farsi vento di libertà.
Attraverso il tempo la figura femminile si è fatta portatrice di vita, realtà, ribellione, passione, forza, sentimento. Solo nel Novecento ha cominciato ad essere riconosciuto davvero. Diritti, e non solo.
Al figlio mai nato, Dacia Maraini racconta la donna, la sua vera essenza, quel corpo che acquisterà davvero presenza solo quando sarà attraversato dall'amore e dal rispetto del prossimo.
Un libro manifesto che racconta lo straordinario potere del "femminile".
Un romanzo per certi versi di formazione, che andrebbe condiviso col genere maschile: un passo essenziale nella crescita delle future generazioni. 
La bellezza della scrittura della Maraini è nella fusione dei ricordi, delle emozioni personali con il flusso delle testimonianze di donne coraggiose che con il proprio esempio, la temerarietà delle proprie idee hanno attraversato la storia, segnandola.
"Corpo felice" è a dispetto del tema trattato, un proposito fermo, un atto gentile, la certezza delle potenzialità di libertà e giustizia. 

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