Scrive al figlio Mehmet: "Non vivere su questa terra come un inquilino oppure in villegiatura nella natura, vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre, credi al mare al grano alla terra ma sopratutto all'uomo", o minimizza la sofferenza della prigionia dicendo "guardo la notte attraverso le sbarre e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto il mio cuore batte con la stella più lontana", o parla alla sua donna "ti amo come se mangiassi il pane spruzzato di sale come se alzandomi la notte bruciante di febbre bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto" o ancora stringe il cuore rivelando che "quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto". Struggente.
venerdì 24 giugno 2011
"Poesie d'amore" di Nazim Hikmet
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