Siamo in Inghilterra, agli inizi del XX secolo.
"Nel 1910, in Gran Bretagna, le donne superavano ormai gli uomini di oltre mezzo milione e sul mercato matrimoniale cominciava a dilagare il panico. Secondo le riviste popolari, all'età di ventitrè anni una donna doveva essere già fidanzata; a ventisette aveva ben motivo di disperare riguardo alle sue prospettive matrimoniali; a trenta meglio accantonare del tutto ogni speranza". Sulle riviste fioccano gli annunci matrimoniali, per questo non è improbabile che giovani donne indipendenti economicamente e di buona famiglia ma sole e forse rassegnate al nubilato si lascino attrarre dalle gentili e romantiche parole di un uomo prestante, fascinoso, determinato.
E' il caso di Bessie Mundy, trentatre anni; dell'infermiera Alice Burnahm, di Margaret Lofty. Tutte donne sole, con una propria dote, in là con gli anni per sperare nel matrimonio e invece spose.. spose contro il benestare di familiari e amici, contro lo stesso buon senso, spose all'improvviso dolci e remissive, pronte a far testamento il giorno stesso delle nozze verso il marito, spose accomunate da un triste destino: la morte per annegamento in una vasca da bagno a pochi giorni dalle nozze. Incidenti, nulla più. Per tutte una breve inchiesta, poche formalità e un funerale economico, nessuna lacrima versata. A distanza di un paio di anni dagli eventi, sospinti dalle denunce dei parenti e attratto da un breve ritaglio di giornale, l'ispettore Arthur Neil investiga coinvolgendo Scotland Yard nell'inchiesta più lunga e onerosa del tempo. Il risultato pare agghiacciante: responsabile della morte delle tre donne e di decine di truffe e finti matrimoni un uomo all'apparenza comune: George Joseph Smith.
Mentre il cielo di Londra viene oscurato dalla presenza ostile degli Zeppelin tedeschi e la prima guerra mondiale travolge l'Inghilterra comincia il processo a George Smith. A curarne la difesa un principe del foro: Edward Marshall Hall la cui oratoria, la cui straordinaria enfasi e mimica affascinavano l'Inghilterra intera abituata a leggere le cronache giudiziarie come fossero romanzi d'appendice. A deciderne la colpevolezza un uomo che con le sue conoscenze professionali avrebbe impattato sui processi diventando un fido collaboratore degli investigatori: il dottor Bernard Spilsbury, non a torto considerato padre della medicina legale e straordinario perito giudiziario. Saranno le sue ricerche di laboratorio, le sue indiscutibili doti di anatomopatologo, le sue osservazioni e la sua logica a consacrarlo protagonista del suo tempo, a valergli il plauso delle autorità pubbliche, della gente comune che in lui arrivò a vedere un eroe moderno capace di inchiodare con un piccolo campione di sangue un assassino.
George Joseph Smith venne condannato a morte per impiccagione, era il 13 agosto 1915. Eppure: "come avesse fatto ad annegare delle donne nella vasca da bagno senza che nessuno se ne accorgesse andava inevitabilmente oltre le dinamiche delle circostanza e sconfinava nella piscologia".
"Nel 1910, in Gran Bretagna, le donne superavano ormai gli uomini di oltre mezzo milione e sul mercato matrimoniale cominciava a dilagare il panico. Secondo le riviste popolari, all'età di ventitrè anni una donna doveva essere già fidanzata; a ventisette aveva ben motivo di disperare riguardo alle sue prospettive matrimoniali; a trenta meglio accantonare del tutto ogni speranza". Sulle riviste fioccano gli annunci matrimoniali, per questo non è improbabile che giovani donne indipendenti economicamente e di buona famiglia ma sole e forse rassegnate al nubilato si lascino attrarre dalle gentili e romantiche parole di un uomo prestante, fascinoso, determinato.
E' il caso di Bessie Mundy, trentatre anni; dell'infermiera Alice Burnahm, di Margaret Lofty. Tutte donne sole, con una propria dote, in là con gli anni per sperare nel matrimonio e invece spose.. spose contro il benestare di familiari e amici, contro lo stesso buon senso, spose all'improvviso dolci e remissive, pronte a far testamento il giorno stesso delle nozze verso il marito, spose accomunate da un triste destino: la morte per annegamento in una vasca da bagno a pochi giorni dalle nozze. Incidenti, nulla più. Per tutte una breve inchiesta, poche formalità e un funerale economico, nessuna lacrima versata. A distanza di un paio di anni dagli eventi, sospinti dalle denunce dei parenti e attratto da un breve ritaglio di giornale, l'ispettore Arthur Neil investiga coinvolgendo Scotland Yard nell'inchiesta più lunga e onerosa del tempo. Il risultato pare agghiacciante: responsabile della morte delle tre donne e di decine di truffe e finti matrimoni un uomo all'apparenza comune: George Joseph Smith.
Mentre il cielo di Londra viene oscurato dalla presenza ostile degli Zeppelin tedeschi e la prima guerra mondiale travolge l'Inghilterra comincia il processo a George Smith. A curarne la difesa un principe del foro: Edward Marshall Hall la cui oratoria, la cui straordinaria enfasi e mimica affascinavano l'Inghilterra intera abituata a leggere le cronache giudiziarie come fossero romanzi d'appendice. A deciderne la colpevolezza un uomo che con le sue conoscenze professionali avrebbe impattato sui processi diventando un fido collaboratore degli investigatori: il dottor Bernard Spilsbury, non a torto considerato padre della medicina legale e straordinario perito giudiziario. Saranno le sue ricerche di laboratorio, le sue indiscutibili doti di anatomopatologo, le sue osservazioni e la sua logica a consacrarlo protagonista del suo tempo, a valergli il plauso delle autorità pubbliche, della gente comune che in lui arrivò a vedere un eroe moderno capace di inchiodare con un piccolo campione di sangue un assassino.
George Joseph Smith venne condannato a morte per impiccagione, era il 13 agosto 1915. Eppure: "come avesse fatto ad annegare delle donne nella vasca da bagno senza che nessuno se ne accorgesse andava inevitabilmente oltre le dinamiche delle circostanza e sconfinava nella piscologia".
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