domenica 27 dicembre 2009

L'oblio che saremo

Ricordare il proprio padre, assassinato per strada da squadroni della morte colombiani significa parlare della propria famiglia, della propria infanzia, di sé e rendere così omaggio a chi ci ha reso quello che siamo. Héctor Abad fa questo ne 'L'oblio che saremo' e tributa onore, con la parola scritta che passa al lettore e per suo tramite si diffonde, alla memoria del padre, rimandando il momento dell'oblio che inevitabilmente avvolge tutto e tutti. Medico, docente universitario, padre. Héctor Abad Gomez era questo e altro. Quel suo essere fatto per gli altri, per ripianare le ingiustize, per denunciarle trasmettendo così valori ai figli, agli studenti, agli amici ed essere, farsi esempio. Un uomo buono, sorridente, un mezzo sognatore attaccato ai suoi cari, la moglie, le figlie adorate e lui il maschio, il piccolo di casa da crescere nella felicità, nell'assenza di divieti, donandogli responsabilità e uno sguardo lucido e distaccato sui fatti della vita. Fino a quando dopo mille tentativi di mettere a tacere una voce libera un gruppo di assassini ha proceduto ad ''annullare il cervello'' di chi agiva come un sovversivo. Ma nemmeno la morte può nascondere la testimonianza di un fiero impegno civile per la democrazia e la tolleranza.

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