venerdì 14 gennaio 2022

"La vasca del Fuhrer' di Serena Dandini

Quante esistenze in una sola.

Elisabeth Miller, per tutti Lee, è stata modella acclamata delle più note riviste di moda, l'americana a Parigi destinata ad esser musa dei più grandi artisti del Novecento, da Man Ray di cui fu compagna e attenta allieva, a Max Ernst, Cocteau; amica di Picasso, amante di un tempo sospeso dove gli artisti fuggivano l'orrore dei totalitarismi e della guerra preservando la bellezza, facendone manifesto di vita. Una giovane che ha precorso i tempi, sfidato i pregiudizi e lottato per tutto quello in cui credeva, che fosse viaggiare ovunque, fotografare, fare arte, rifiutare i facili servizi di moda per seguire le truppe al fronte e documentare gli orrori della seconda guerra mondiale fino alle foto scattate nei campi di concentramento.

Tra le prime fotoreporter di guerra, sfrontata nella bellezza come nell'amore, anima libera e selvaggia, rifuggiva i compromessi, ma finì per annientarsi nell'alcool e nei farmaci per dimenticare il "blu livido" del volto dei bambini che si spegnevano negli ospedali senza cure o delle divise a strisce degli scheletri di Dachau.

La bellezza sfiorì nella stagione di guerra, tra i paesi dell'Europa distrutta, dissolta come il fango dal suo corpo nella vasca del Fuhrer, nella sua casa, così ordinaria e dimessa da sfiorare l'assurdo.

Donna testarda, che sopravvisse a se stessa fidando nell'amore e comprensione di Roland Panrose, artista, mecenate, gallerista, di cui curò mostre e pubblicazioni; infine cuoca sublime, lasciò che il mondo dimenticasse il suo talento, le sue fotografie, la sua sfrontata energia al punto che solo alla sua morte il figlio   rovistando in soffitta rinvenne sessantamila negativi, fotografie, diari, lettere e imparò a conoscere davvero sua madre consegnandola all'eternità.

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