lunedì 1 novembre 2021

"Non dimenticarlo mai" di Federica Bosco

"Non dimenticarlo mai".

Qualcuno dovrebbe ripeterlo a Giulia, ogni giorno, non solo quello del suo quarantanovesimo compleanno, quando l'oppressione del tempo che passa, le occasioni mancate scottano più del caffè bollente che beve. Non dimenticare mai quello che siamo, quello che valiamo, meritiamo.

Giulia non lo sa. A dispetto di una carriera da giornalista di costume di successo, e un gruppo di amici e parenti più o meno presente, tutto viene meno a fronte del bisogno improvviso, improcrastinabile, irrinunciabile... di essere madre. Lei che non ha mai voluto figli e che ha avuto una madre terribile, assente, egoista e a tratti crudele, Teresa, desidera la maternità come primo punto fermo della sua vita. Nel percorso dolorosissimo che porterà alla gravidanza, fatto di visite mediche, controlli clinici, cure ormonali, app per monitorare la fertilità, consulti e supporto psicologico, Giulia avrà modo di scoprire se stessa. Un viaggio lunghissimo e periglioso di analisi, che la porterà a capire quanta poca fiducia in se stessa ha spinto a farle accettare soprusi, tradimenti -del compagno e di quelle che credeva essere le sue amiche- rinunce, cattiverie. A comprendere le necessità, le problematiche degli altri, e mai le sue. Giulia si è sempre sabotata, carente dell'amore della madre, e di un padre che ha costruito altrove la sua famiglia buono al punto da necessitare di protezione dagli eventi della vita. Giulia si è emancipata presto, ha trovato nell'indipendenza economica e professionale, la chiave di fuga da un'infanzia negata e una famiglia assente, dove tutto è stato possibile grazie all'amore della nonna Nora.

Giulia ha retto finché la priorità di proteggere il figlio che aspetta non le ha messo di fronte la verità: la falsità delle amiche, le bugie patologiche del compagno, la cattiveria della madre. E l'amore incondizionato di altre: il giovane fratello malato, la cognata, la direttrice della rivista per cui lavorava, alcune inattese, come Aurelio e Arianna, conosciuti nel percorso per diventare madre e la psicologa che l'aveva spinta a prendere consapevolezza dei dolori passati per scoprirsi la persona che vuole essere, sicura dei propri bisogni, degli obiettivi, dei no da pronunciare, della felicità di ogni giorno, piccoli gesti, sorrisi, convivialità con chi ci è accanto senza chiedere nulla in cambio.

Giulia perderà tutto, per ritrovare se stessa, per non dimenticare mai, finalmente, che bisogna amare se stessi prima di tutto, che si è davvero infinito, meraviglia, epifania, sempre, ogni giorno, e nessuno può convincerci del contrario.

"Mi ci vollero due anni per attraversare l'inferno. Un minuto alla volta, un giorno alla volta".

C'è un tempo per ognuno di noi di stop forzato, un momento nella nostra vita che ci costringe a fare i conti con noi stessi, quello che desideravamo e quello che è stato. Non si è clementi con i propri errori, si è impietosi anzi e il senso di colpa dilaga fino a travolgerci. Ma capita anche che dopo tutto il dolore si riesca con estrema difficoltà a trovare il modo di perdonare, perdonarsi e accettare quello che può regalare serenità, una consapevolezza nuova che fa di noi persone finalmente in grado di rifuggire da relazioni tossiche che minano l'autostima. La Boschi ha raccontato con una veridicità e un dolore sotteso una storia che è specchio di tante fragilità, comune a molte donne. Il percorso per la ricerca della maternità è un abbraccio carico di pietas e la narrazione dell'amore delle coppie nel romanzo ne sfiora tutte le sfaccettature con attenzione.

Impossibile non empatizzare con la protagonista e trattenere le lacrime.

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