martedì 3 luglio 2018

"Il metodo Catalanotti" di Andrea Camilleri

Vero, simile e similvero.
Tutto è teatro. La vita stessa finanche.
Il cadavere che forse cadavere non è, il tentativo di gambizzare un giovane sull'uscio di casa, i silenzi dei parenti, la gente.. la gente che vede e nulla sa.
Così Mimì Augello in una delle sue sortite notturne in casa della bella di turno si imbatte nel cadavere di un uomo e non sa come denunciarne il ritrovamento salvo rivelare il tradimento alla moglie.
Montalbano invece è alle prese con un altro cadavere, tale Carmelo Catalanotti, personaggio assai controverso: in apparenza persona perbene, solitario, metodico. Si scoprirà poi essere usuraio e filantropo, appassionato di teatro al punto da aver elaborato un metodo per scandagliare l'animo dell'attore e predisporlo al meglio al ruolo da interpretare. Un metodo pericoloso, inquietante, al limite dell'abisso per chi lo subisce.
Montalbano indaga.
Al suo fianco una presenza femminile inattesa, il nuovo responsabile della scientifica Antonia Nicoletti. Una bellezza dotata di intelligenza stimolante per Montalbano che all'improvviso si interroga sui suoi sentimenti per Livia, dopo l'ultima sciarratina, mentre intorno irrompe il reale: il dramma della disoccupazione, gli slogan allarmistici dei politicanti, le occasioni mancate di una terra - la Sicilia - che evoca bellezza ad ogni suo angolo.
Un romanzo di forza e stupore quest'ultimo di Camilleri che attinge al suo primo e grande amore: il teatro, alla poesia, alla narrazione dei grandi del passato per disegnare un quadro di intensità per un giallo che rivela l'ambiguità e la fragilità dell'uomo al cospetto di una società che muta i suoi riferimenti culturali e perde di vista l'umanità.

Nessun commento:

Posta un commento