sabato 2 settembre 2017

"L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

"Ecco l'Arminuta, la ritornata".
Una ragazzina spaurita bussa alla porta di una casa di un piccolo paese di campagna. All'interno gente a lei sconosciuta. È la sua famiglia ma chiama altri mamma e papà.
Eppure ora l'hanno riportata nella casa natia. Forse per la malattia di quella che ha sempre chiamato mamma. Forse.. intanto il quotidiano è fatto di povertà, di asperità di sentimenti, di pochezza di parole, di silenzi. Facce di fratelli che la considerano un'intrusa. Ad eccezione di Vincenzo, il maggiore, il diverso, il ribelle e lei, Adriana, la sorella minore ma già così indipendente, capace di gestire ogni situazione, rivendicare un posto nella sua vita, proteggerla, amarla a suo modo con tutta se stessa. Solo un anno saranno insieme, poi la sua prima mamma la manterrà agli studi in città senza riprenderla in casa. E l'Arminuta conoscerà la verità. Dolorosa.
Più complicata delle idee e delle scuse inventate da una bambina che desidera solo l'affetto di una madre senza sapere chi considerare tale. "Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l'altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute distanze. Non sapevo più da chi provenivo."
Una narrazione intensa. Piena di pathos. La disarmante storia di una bambina amata a metà, l'egoismo dei sentimenti degli adulti, la povertà come alibi per emendare la colpa degli abbandoni, le tradizioni popolari che contrastano con la modernità, la necessità di sopravvivere, la forza del legame unico tra sorelle.
"Mia sorella. Come un fiore improbabile, come un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate".
Una scrittura magica, aspra, ruvida come certi paesaggi abruzzesi di bellezza antica. Emozionante.

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