sabato 3 giugno 2017

"Il giardino delle mosche" di Andrea Tarabbia

"Come è potuto succedere, Andrej? Che cosa ti ha fatto diventare questa cosa che sei?"
La cosa è Andrej Cikatilo. È lui l'assassino che ha sconvolto la Russia per più di vent'anni. 
Cinquantasei vittime. Giovani, giovanissimi, bambini. Maschi, femmine.
Corpi. Nient'altro.
Corpi su cui accanirsi, con violenza. Corpi di cui fare scempio. Da abusare, finanche mangiare.
Corpi non persone.
Persone ai margini, sole, spesso bisognose, semplicemente sperse, numeri nelle grandi città sovietiche. Soggetti ideali per la caccia dell'assassino. 
Lui, Andrej, buon padre di famiglia, lavoratore, comunista della prima ora, rispettoso delle regole eppure "si può vivere accanto a una persona senza conoscerla".
Chi è davvero Andrej Cikatilo? L'uomo grigio, che tutti ignorerebbero o l'assassino impietoso? Il folle che parla con il fratello morto, che si sente onnipotente nel decretare la fine di singole esistenze?
È il 14 febbraio 1992 quando Andrej viene giustiziato.
"Le persone, anche le più buone, sanno essere crudeli".

Romanzo, biografia, 'Il giardino delle mosche' racconta il male. Le ossessioni di un uomo malato, a sua volta vittima, che perpetua l'orrore della morte.
Analitico, attento, spiacevole nella scrittura quando è costretto a cedere alle descrizioni più raccapriccianti, Tarabbia cerca di dare un senso al male che alberga nel cuore dell'uomo.

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