lunedì 13 marzo 2017

"La ferocia" di Nicola Lagioia

"Il dolore di cui nessuno sa niente possiede solchi in cui è possibile nascondersi".
E si annida sul corpo nudo della giovane donna rinvenuto sull'asfalto di una strada di periferia, Clara Salvemini, figlia di un noto costruttore edile barese.
Lei così amata, corrosa dal dolore come il fratello Michele, il figlio diverso, il ribelle, che torna dal suo esilio forzato romano, per comprendere, lasciarsi sopraffare dalla rabbia, dal dolore appunto di una famiglia che vampirizza emozioni, sentimenti, pronandoli al bisogno, alle necessità di un capofamiglia che vede nella realizzazione professionale, negli affari l'unico motivo di esistenza, pazienza se ci si macchia la coscienza di qualsiasi nefandezza, pazienza se si trascina nell'abiezione moglie e figli. In un panorama desolante di corruzione, affarismo, droga, sesso e festini, dove la normalità è per troppi l'anonimato dell'anima, un ragazzo attraversa la città alla ricerca degli uomini che hanno conosciuto la sorella riducendola alla figura estranea che abitava il suo corpo.
Tra ricordi d'infanzia e incontri allucinati di una vita difficile, l'esistenza dolente di una famiglia.
Una narrativa straniante, disturbante per la ferocia delle descrizioni.
Una lettura a tratti difficile, ma brutalmente vera.
Difficile da spiegare ma La Gioia trasmette al lettore tutte le sfaccettature delle emozioni, i colpi sul corpo devastato della bella Clara che le hanno scavato dentro e arriva improvvisa tutta la sua sventura, l'impossibilità a vivere, la decisione di imputridere un'anima corrotta ormai da tempo, vinta dall'impossibilità di salvarsi e salvare il fratello Michele; l'inettitudine del grande Ruggero che nasconde dietro quel suo salvare vite umane, l'assenza di scrupoli per essersi lasciato convincere dal padre a venir meno ai suoi ideali, i corrotti al soldo del vecchio Salvemini, tutti uguali, tutti viscidi, laidi, la sporcizia esteriore e interiore di una città che soccombe al soldo dei dannati danarosi.
Devastante.

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