venerdì 5 febbraio 2016

'La mammana' di Antonella Ossorio.

"Così com'è è un azzardo giurare per sempre, è peccato di superbia affermare mai più".

In una notte di inverno illuminata da una stella luminosissima, in un luogo dove tutto sembra fermo, in un tempo sospeso da susperstizioni e inquietudini.. una donna sfida il silenzio e la paura.
E' Lucina, la mammana, come la chiamano in paese. Aiuta le donne a partorire, nessuno la ama ma tutti la rispettano.
Lei, Lucina, di una bellezza ancestrale sembra comparsa dal nulla e nel nulla svanire, per colpa, necessità e poi per proteggere lei, Stella, nata solo per essere respinta. Pelle di porcellana, capelli di un biondo lunare, occhi di un azzurro cristallino, sin dalla nascita gravata dal sospetto di essere una strega, una iattura, un pericolo.
La diversità fa paura sempre, Lucina lo sa bene, ma dove c'è ignoranza si annida feroce, morbosa, impietosa.
Lucina che dà la luce e madre mai potrà essere -il suo corpo così 'contro natura' per i benpensanti non lo permette- si prenderà cura di Stella, fuggendo lontanto in una Napoli così caotica, ideale per confondersi nella folla e ricominciare.
E forse iniziare a fidarsi dei sentimenti e dei bisogni che rinnega da troppo tempo. Fino ad accettarli come un dono.
L'amore filiale per Stella, l'amicizia per Laura e l'amore passionale per Bartolomeo, un amore rinnegato per tanto, troppo tempo.
".. l'amore non si decide per fortuna o per disgrazia.. l'amore succede.."
Un amore che trova la forza di lasciare andare, ancora, in una notte di stelle comete il bene più grande.

Un romanzo fortemente simbolico quello della Ossorio, di continue rinascite. Nulla è mai come appare. Biagio smette i panni di ragazzo che gli sono impropri per farsi donna e liberare la sua autentica personalità. Darà a se stesso luce prima di darla ai bambini. E vivere, liberamente.
'La mammana' è altresì un romanzo storico che affonda nella Napoli dei moti rivoluzionari del 1848, un mondo in fermento, di idee, passioni. Una geografia di sentimenti nuovi, la fotografia di un popolo sospeso tra reatà e credenze, sacro e profano.
Di più la narrazione della Ossorio è emotivamente coinvolgente.


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