
De Luca scrive
che “i poteri con le loro accuse possono
rendere il più grande onore a uno scrive”. No. Non sono i
poteri, gli uomini, ma soltanto le parole a rendere onore a uno che scrive; a
rendergli onore, a dare forma e contenuto alla sua vita, a qualsiasi vita. A
tanti si perdonano errori, omissioni, colpe. Altri come De Luca scontano ancora
il peso delle idee, degli ideali di gioventù.
Racconta De
Luca, e ruba a se stesso, a tutti i suoi libri editi, alle sue dichiarazioni,
alle sue poesie. E ricorda il padre e la sua malattia, l'amore per la madre, la sua difficoltà
estrema a lasciare che le parole arrivino alle persone che gli sono care al
momento giusto, strappandole alla pagina scritta. De Luca si strapazza, non si
perdona a tratti il suo stare fuori dagli schemi, l’incapacità di trattenere un amore,
di cercare se non in cima a una montagna uno spazio libero da vivere,
respirare, come in mezzo al mare, sgombero appunto da schemi, strategie,
finzioni. Perché è già il mare fingimento, pericolo, e non perdona errori,
smarrimenti.
Erri e il suo
nome che denuncia la sua origine e il suo tutto, la famiglia, Napoli, la
gioventù, la musica e il germe della libertà ad ogni costo, quel lasciarsi alle
spalle la quiete borghese per studiare, vivere, comprendere, sbagliare,
lottare, perdere, cadere e rialzarsi, mille volte.
Non dimenticando
mai gli altri, gli ultimi, i bisognosi, lo straniero, il rifugiato, il senza
nome, e per loro, con loro, patire la fame, il freddo, vivere e conoscere la
solidarietà dell’estraneo, il lavoro duro sui cantieri, in fabbrica, i viaggi
per vegliare i corpi in guerra, la stessa che in Italia solo i vecchi
ricordano: suoni, odori, immagini inscatolate in ricordi che vanno perdendosi
costringendoci a ripetere gli errori di sempre.
Erri e la
scrittura, l’amore per i libri, la possibilità di capire e farsi capire. Un
viatico che contiene il ‘possibile’, perché “la scrittura era campo aperto, via d’uscita”.
Un involontario
bilancio, il più e il meno della vita di ogni giorno, di ogni uomo. Che
possono, fanno, la differenza.
Nessun commento:
Posta un commento