mercoledì 22 gennaio 2014

"Mani calde" di Giovanna Zucca

E' una sera di fine estate.
Davide e sua madre Giulia sono in auto, insieme. Anche se a Davide non va, devono acquistare il materiale di cancelleria per la scuola che riaprirà di lì a pochi giorni.
E' un momento. Un auto li investe in pieno.
Dall'impatto tragico Davide arriverà in ospedale in fin di vita. Sua madre, Giulia, sotto shock, si dirà responsabile: di aver insistito per compere che potevano essere rimandate, per essere sopravvissuta, per non aver pensato come era giusto fare a suo figlio, per non averlo protetto. E mentre Giulia piange disperata tra le braccia del marito Paolo, qualcuno si avvicina al corpo di Davide, che tutti credono perduto. E' un uomo orribile secondo il personale medico. Antipatico, incapace di relazionarsi con chi hai intorno, discutibile a livello personale eppure.. straordinariamente capace.
Pier Luigi Bozzi, neurochirurgo, si lascia conquistare dalla presenza di Davide, da quel corpicino devastato dall'incidente che reclama vita, che traspira gioia e che in un modo tutto suo riesce a farsi sentire da chi è lì per aiutarlo.
E operazione dopo operazione, giorno dopo giorno, mentre i genitori di Davide rabberciano il cuore ferito e si perdonano mille disattenzioni, scoprendo forze insospettabili in se stessi e nella famiglia, il terribile medico Bozzi si trasforma in persona, mette a nudo la sua anima tormentata e avvinto dalla semplicità del suo piccolo paziente impara a percepirsi come essere umano.
"Non è straordinario che attraverso un bambino questo dottore fa pace con se stesso? Grazie al bambino lui prende per mano quell'altro bambino, quello della casa del lago, sempre solo e taciturno, lo prende per mano e lo porta con sé, attraverso quello che è diventato. E soprattutto fa pace con senso di estraneità ed amore".
Perché per quanto terribile possa essere l'immagine di un bambino malato e di un medico che lo cura, Davide e Pier Luigi si sono trovati, hanno avuto fiducia l'uno nell'altro, si sono voluti bene sinceramente, inaspettatamente e come un miracolo si sono aiutati rivelando al mondo la bellezza di due bambini che si incontrano e si tengono per mano.
Davide tornerà alla sua famiglia, ai suoi giochi, alla sua vita ma non dimenticherà i giorni in coma, i giorni di forzato silenzio e quel suo strano modo di farsi intendere dagli infermieri e dai medici che si prendevano cura di lui, su tutti non dimenticherà Bozzi, l'odiato cafone come lo chiamavano tutti, quello che però aveva le mani calde e il cuore deciso a saperlo ascoltare, un cuore che avrebbe ritrovato la forza di amare, amare se stesso, quella figlia lontana e creduta perduta, quella strana donna apparsa nella sua vita e perché no, i suoi colleghi di lavoro perennemente bistrattati.
No, Davide non avrebbe potuto dimenticare Bozzi, non il suo eroe.

Un romanzo lieve come una carezza, vibrante come una scossa. 
"Ma l'amore è altro. E' la certezza che puoi contare sulla persona che hai accanto".
La fragilità della vita, l'insondabile fiducia nel prossimo, la straordinaria umanità delle professioni mediche, la struggente storia di un bambino che in fondo è parte di ognuno di noi.

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