E' un'emozione dolente quella che coglie il 'lettore paziente' de 'La strada di Smirne' a cui l'autrice si rivolge. Dopo 'La masseria delle allodole' Antonia Arslan torna a raccontare le storie di Shushanig e dei suoi figli scampati allo sterminio armeno ad opera dei nazionalisti turchi e dell'esilio forzato dei sopravvissuti. "Nessuno è più tornato" e quanti tentarono furono condannati nell'incendio di Smirne. Un tragico epilogo quello che racconta la Arslan per tutte quelle persone dal destino incompiuto che ancora oggi reclamano attenzione e qualcuno che dia loro voce. La Arslan ci riesce perfettamente. domenica 29 novembre 2009
La strada di Smirne
E' un'emozione dolente quella che coglie il 'lettore paziente' de 'La strada di Smirne' a cui l'autrice si rivolge. Dopo 'La masseria delle allodole' Antonia Arslan torna a raccontare le storie di Shushanig e dei suoi figli scampati allo sterminio armeno ad opera dei nazionalisti turchi e dell'esilio forzato dei sopravvissuti. "Nessuno è più tornato" e quanti tentarono furono condannati nell'incendio di Smirne. Un tragico epilogo quello che racconta la Arslan per tutte quelle persone dal destino incompiuto che ancora oggi reclamano attenzione e qualcuno che dia loro voce. La Arslan ci riesce perfettamente.
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